Mi infilo in cucina.

Silenzio, se non il ticchettio della cella frigorifera, le bolle della casa di Hourazon e il suo sciacquettio.

Solo silenzio.

Il grembiule bianco appeso all’angolo, nasconde alla vista altrui, misfatti. Sopra, semiaccartocciata, la bandana nera con una stampa da pirata. Mi stiracchio, come se tendessi i muscoli, poi dietro uno scatto veloce, il nodo e il grembiule mi rivestono. Il contrasto bianco nero e la visione delle tibie e del teschio rendono ancora perplesso Jope. Camilla lascia correre: da mamma indulge notevolmente, come se il mio assetto fosse per lei ordinario. Juanita ride e Feysal fa l’indifferente sotto i baffi, e questo succede sempre.

Preparo gli ingredienti per il sushi su letto di purea di patate speziate. Juanita incrocia le braccia, l’attesa implica la rassegnazione: insieme ripuliremo. I due cagnoni attendono. Pazienza, oggi sarà più lunga anche per loro.

Finisco acconcio pranziamo, ciascuno torna alle sue occupazioni pomeridiane. Juanita le amiche, o la casa; il resto della famiglia si assopisce per la pancia accontentata. Il mio buen retiro mi attende. Accoccolato sul divano, mi trovo a studiare metodi di conservazione vecchi di decenni e ancora validi. A tratti dinoccolo, rimbalzo. Sento la mente padrona. Penso.

Pèenso. “I pensieri ci confortano delle cose, i libri delle persone”, leggevo da qualche parte e la memoria mio malgrado mi inganna nei termini.

Ogni giorno compiamo rituali per piccole cose cercando di trovare un senso a questo flusso che chiamiamo Vita, ed in mezzo a questo rafting prendiamo delle pause per ricordare, a noi stessi, chi siamo. Attribuiamo a questo un che di sacro, tentando di elevare la nostra spiritualità, quando questa sacralità non ci viene consumisticamente strappata. Sfogliare una pagina è come il dileggio della comprensione, la libertà, concessa alla mente, di assentire alla nostra anima, lo sforzo per l’accettazione reclinando il capo all’indietro, sentendo il morbido del divano, della poltrona, o il duro del muro: maieuticamente librarsi per liberarsi con i libri.

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