Sophie, bella, eterea, gambe lunghe e affusolate, nordica e tonica mi guarda sorridente con il bicchiere di Bitter Campari tra le mani. Incastonata nel lungo divano bianco, in questa luce vivida del mattino, sembra avvolta da una gigantesca bolla che la tiene sospesa nell’aria. Migliaia di piccole mani invisibili la sorreggono mentre mi chiacchiera sorseggiando, abbandonata, sfuggente. Vive senza apparentemente riposare, e il suo volto è fresco, una rosa. Un trolley e una borsa Chanel sono tutto il suo bagaglio che qui dimentica in una stanza, la sua casa viaggiante. L’idolo di Camilla, e Jope lascia fare, senza gelosia; che dire di Feysal The Cat, manca poco che faccia la rivista con bastone e cilindro.
Preparo un volgare pollo ripieno con lingua salmistrata e patè di carote rosse: Sophie ne va ghiotta. Oggi è in vena di gossip, il suo modo di parlare segue il Campari nel tumbler. Colgo brandelli di conversazione tra un taglio e un altro, un salto in padella e due sulla graticola…
“…in una discussione animata… non si mette l’Anima…. se ci si mette…. si fa Polemica, madre di tutte le Scuse. Meglio mettere l’anima in cose più carine… un’alba, un tramonto, un giorno. …. Qui ci vuole più Ironia…. condimento della Provocazione… qualche volta si autoproduce… Spiacente, cugino di tutte le scuse…”
Che strano gioco, oggi, con Sophie. Il gossip delle parentele. Ci accaniamo a stabilire possibili nessi ereditari tra Ironia, Provocazione, Silenzio, Scuse, Dispiacere, mentre Juanita per gioco traccia la mappa sulla nota spese.
Ammutoliamo come pesci davanti al pollo. Sconfitti, ci abbandoniamo a dormire nel pomeriggio assolato.









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